martedì 7 novembre 2017

Cibo leggero ed allegro salute assicurata

È da un po' che non condivido alcuna riflessione sul cibo, tema che mi sta molto a cuore.
Mangiare leggero, completo di sostanze e in allegria aiuta a rimanere nello stato di benessere che promuove la salute.
Sento troppo spesso dire "non ho tempo, sono di corsa, come faccio???"...ci vuole un po' di organizzazione e buona volontà per preparare un piatto ricco e colorato, ma è lo stesso tempo che si impiega a cucinare un piatto di pasta.
La pasta è buonissima e facile da digerire, ma spesso si mangia solo quella perché è veloce e riempie...ma le altre sostanze di cui il nostro corpo ha bisogno come si assumono? Basta un piatto di pasta e via? No, sinceramente no.
Le fibre e le proteine sono importanti per un giusto equilibrio metabolico che ci eviterà disturbi futuri. Perciò in mezz'ora si può combinare un piatto come nella foto: ricotta, spinaci, sedano verde o finocchio fresco, melanzane o zucchine alla griglia, barbabietola etc (le verdure di stagione sono sempre meglio). Invece del pane si abbina del riso basmati in bianco saltato con curcuma e pepe: risulterà un piatto ricco ed allegro che gioisci appena lo vedi.
Introducendo le sostanze di cui il corpo ha bisogno si evitano tanti guai....buon appetito!
Ah, e non mangiate se siete arrabbiati o tristi!!

lunedì 6 novembre 2017

Gayatri Mantra strumento potente per la mente

È ormai noto quanto sia forte in me il richiamo per la cultura antica dell’India. Alla fine di
ogni mio viaggio in quella terra, sono sempre tornata a casa con nuovi spunti da
condividere e sui quali lavorare e riflettere.
Questo 2017 (iniziato proprio con un viaggio di 30 giorni nell’India di Salgari e dove tornerò per tutto il mese di gennaio del 2018) è stato pregno di tali esperienze: uno di quegli anni in cui si pratica, si sperimenta e si osserva
quello che sta succedendo dentro e fuori di me e delle attività del Laboratorio Ayurveda
Benessere, fondato insieme a mio marito Davide Lupo Paraluppi, cantante e musicista.
I mantra sono diventati per me oggetto di studio e di pratica, vissuti in prima persona da più
di due anni. Per chi non sapesse cosa sia un mantra, pensate ad una pratica
meditativa e religiosa, una specie di "Rosario cantato" (per darne una definizione
accessibile a tutti). Gli stessi suoni del mantra vanno cantanti per 108 volte, se si vuole
seguirne il canone tradizionale e ottenere un effetto anche spirituale, oltre che di benessere immediato.
In India cantano Mantra sempre e ovunque, nei templi, alle festività, nelle case, durante i riti, o durante i lavori di preparazione dei cibi, dei medicinali e delle erbe che serviranno per il trattamento di qualcuno (o anche di se stessi).
Ci sono Mantra per tante occasioni. Hanno un potere unico quando vengono cantati in
coro, l’effetto sul nostro corpo ma soprattutto sul nostro stato emotivo è immediato.
Cantando da sola il Gayatri Mantra (che è da molti considerato il più sacro dei mantra, e
che deve il suo nome alla sua metrica: è composto da un metro di ventiquattro sillabe suddivise in tre versi da otto sillabe ciascuno) ho migliorato molto la mia condizione di salute
e benessere.
Mi sono chiesta: ma perché sono così potenti? Come mai i disturbi fisici ( malesseri legati alla digestione, dolorini vari, mal di testa, etc)  e mentali ( ansia, paura, tristezza ed irrequietezza, insonnia, agitazione e nervosismo) scompaiono quando il corpo vibra con i suoni del Mantra?

Da questo esperimento nasce la collaborazione con la Scuola di Musica Tenzi di Varese.
La Scuola Tenzi nasce a Milano nel lontano 1948 dal fondatore Massimo Tenzi, e si è
sempre occupata dell'insegnamento del canto e dei principali strumenti musicali e ad
indirizzo amatoriale e professionale. La sezione di Varese, (dove si sono formati vari
musicisti professionali noti nell’ambito musicale) esiste dai primi anni 50 ed è attualmente
diretta dal M° Alberto Tenzi, figlio del fondatore che ci dice;
“Recentemente la Scuola di Musica Tenzi ha pensato di ampliare ulteriormente la sua
offerta anche verso quelle persone che hanno desiderio di utilizzare il mondo dei suoni per
“accordare” il proprio corpo ai fini di un maggiore equilibrio psicofisico.
Da millenni le discipline orientali hanno insegnato ad utilizzare il suono della propria voce
per mettere in vibrazione i propri organi interni, riscontrando enormi benefici.
Questo avveniva nello Sciamanesimo e nel Nada Yoga come oggi è stato riscoperto
attraverso la musicoterapia, la cimatica o attraverso tecniche di risonanza come il canto
curativo e il massaggio sonoro. Ogni nota vibra a frequenze differenti ed ogni frequenza
trova sempre una sua risonanza armonica con un determinato organo interno al nostro
corpo.

Proprio come accade quando si “accorda” uno strumento musicale, possiamo dire che i
nostri organi si “accordano” per empatia, per simpatia e per risonanza con specifiche
frequenze, in modo da ristabilizzarsi e ritrovare il proprio equilibrio.
La materia è costituita da differenti vibrazioni, come il suono, la luce e l'Universo intero.
Ogni elemento può entrare in risonanza con altri fenomeni paralleli.
Già nel diciottesimo secolo il fisico tedesco E. Chladni si rese conto che la sabbia disposta
su di una lamina metallica assumeva forme e figure geometriche diverse a seconda delle
differenti note eseguite da un violino. Ancora più interessante è la scoperta che alcuni
disegni, generati da determinate frequenze sonore, corrispondono a precise strutture
cellulari di organismi viventi!
Ogni individuo possiede poi una sua nota tonica personale che è la propria impronta
digitale sonora ed esistono precisi esercizi per poterla scoprire.
In base a queste considerazioni, si ritiene inoltre che ad ogni differente e specifica
frequenza sonora, sia collegato un differente organo interno del nostro corpo, in grado di
entrare in risonanza e di accordarsi con la rispettiva nota corrispondente”.
“Appena Claudia", dice Manuela Birattoni (insegnante di canto moderno, Prenatal Tutor ed
Educatrice Professionale, moglie di M° Alberto Tenzi)," mi ha parlato del Mantra Gayatri
l'ho voluto provare, per 108 volte. Ho lasciato che il mantra lavorasse su di me aprendomi
ai suoi benefici effetti. Il sottile cambiamento che ho percepito è stato nel mio
atteggiamento verso l'esterno. Ero in pace con me stessa e grata per qualsiasi cosa
accadesse. Claudia mi ha detto: 'È cambiata la tua vibrazione'.
Quando canto o faccio vocalizzi il mio corpo si rigenera e guardandomi allo specchio
dell'aula di canto dove insegno, vedo il mio viso luminoso e armonioso. Mi sono chiesta
quindi cosa ci sia in comune tra il recitare i mantra e studiare canto. Intravedo i percorsi di
una e dell'altra pratica con tante diramazioni ciascuna: alcune corrono parallele, altre
hanno strade e mete diverse. La contaminazione può essere utile una all'altra.
Cantare un mantra per molto tempo può risultare faticoso senza aver prima riscaldato la
voce e aver alleggerito le tensioni muscolari. Le basi dello studio della tecnica vocale sono
proprio rivolte ad un uso corretto della respirazione e dell'emissione. Una persona che si è
già avvicinata allo studio del canto potrà sperimentare nell'esecuzione del mantra una
connessione profonda con i sentimenti universali dell'amore, della gratitudine e della pace.
Il cantare in coro è poi un privilegio di cui i partecipanti si rendono presto conto, essendo,
l'appartenenza ad un gruppo, uno dei bisogni profondi dell'essere umano.
Nasce così, negli spazi della Scuola di Musica Tenzi, la possibilità di concretizzare questi
percorsi, attualmente con la collaborazione di Claudia Dumitru Paraluppi che introdurrà il
mantra con il nostro supporto tecnico e prossimamente con altri progetti che abbiamo in serbo".
 


lunedì 23 ottobre 2017

Digiunando 7 giorni con te stesso

Ciao,
7 giorni di digiuno a solo acqua e due tisane....esperienza fatta!

 A giugno mi chiamano e mi propongono questo ritiro in un  resort fuori Mantova per fine luglio inizio agosto.

Inizialmente ho pensato di organizzare e coinvolgere più persone, poi alla fine ho deciso di partire da sola con l'organizzatore, Eugenio Pelosi, esperto di lunghi digiuni. Lì si sono aggiunti altri conoscenti e amici suoi.

Non voglio fare un racconto lungo e noioso dei 7 giorni che sono stati invece ricchi e pieni di sorprese. Per me non è stato difficile smettere di mangiare, i tre gg fatti in precedenza e il mio appetito, alquanto scarso, mi hanno aiutata. Ho avuto problemi invece reintegrare l'alimentazione. Il cuore sotto stress fisico ed emotivo, durante il digiuno ho avuto notizie brutte e pesanti (meglio lasciare cellullare a casa), una volta ripresa la alimentazione ha fatto sentire subito il suo sovracarico di lavoro, sono aumentate notevolmente le frequenze dei battiti cardiaci con le sue conseguenze; agitazione, malessere e preocupazione. Disturbi che sono durati  per quasi tre giorni dopo aver smesso di digiunare. Altri disturbi non ne ho avuti. Benefici tanti, ma questo ve lo racconto dopo. Ho conosciuto persone alla seconda esperienza, prima di 10 gg, senza nessuna conseguenza, ogni uno con il suo fisico e mente.

Mi piacerebbe soltanto dare due dritte a chi interessato a questo tipo di esperienza per evitare il FAI DA TE!

Chi può fare un digiuno assai lungo?
- persone in salute,  disturbi ammessi se non si è sotto farmacoterapie forti
- molto motivati e forti mentalmente (un partecipante è scappato  dopo la prima note di sogni a pasta e frutti di mare lasciandoci un biglietto "mi manca la mia famiglia")
- persone che possano ritagliare qualche giorno della loro vita quotidiana senza dover lavorare e vivere continuamente al telefono ed in rete durante il digiuno
- persone senza problemi cardiovascolari, attenersi ai consigli medici a questo proposito

Modalità
- alla prima esperienza assolutamente essere accompagnati da persone esperte che sapranno monitorare la pressione sanguinea e dare sopporto psicologico a bisogno
- valutare in base al peso corporeo il periodo di digiuno, persone molto magre o magre non più di tre giorni, si perde un media 500 grammi al giorno di peso nella prima settimana. Per una prima esperienza non più di tre giorni direi.
- andare via dalla propria abitazione, quasi impossibile digiunare a casa propria, si deve stare tranquillo in ambiente piacevole e senza il frigo pieno! La tentazione può vincere!
- scegliere bene la stagione, meglio la primavera, caldo tiepido. Io l'ho fatto ad agosto sotto un caldo cocente ed non è stato per nulla facile.
- ammesse piccole passeggiate, bagni in piscina,  lettura e tanto sonno. Nulla di sport o attività fisiche e mentali pesanti.
- bere almeno due litri di acqua al giorno, ammesse anche le tisane senza zucchero.
- ascoltarsi continuamente, al primo segnale di forte debolezza, carica emotiva negativa e battiti del cuore fuori normalità sospendere reintegrando all'inizio con succhi freschi di frutta, miele, tisane. Poi insalata con tanto olio e niente altro per due giorni.



Attenzione; riabituare il corpo a mangiare può essere più pericoloso che smettere se non si seguono le indicazioni giuste in questi casi.
Sono contenta di averla fatta questa esperienza che mi ha portato multipli benefici; mente più forte, più fiducia nel suo potere direi. Piccoli disturbi spariti, sono affetta dal morbo di Hashimoto e durante il digiuno ho preso regolarmente la mia dosi di ormoni. Sono sparite le vampate, i bruciori di stomaco o reflusso che ogni tanto avevo, migliorata la vista e la circolazione sanguinea.  La funzionalità intestinale molto buona dopo il digiuno. Umore e forza ottime, mente equilibrata e positiva. 
Durante questi 7 giorni mi sono conosciuta meglio e ho preso nota dei miei limiti fisici e mentali, presa di coscienza a 360 gradi direi.
Ho praticato yoga quando le mie forze me lo permettevano, meditazione e canti dei mantra di continuo nei momenti di debolezza. La concentrazione sul proprio corpo in questo periodo aiutava a incrementare l'energia e poter andare anche al cinema...perchè vi assicuro che ci sono momenti che diventa un impresa camminare a lungo. Le giornate hanno ritmi energetici diversi tra loro, la seconda e la terza sono le peggio dal punto di vista del calo energetico, poi si riprende una certa attività se si rispetta il proprio bisogno di riposo.
La gestione delle emotività che fioriscono durante il digiuno può essere impegnativa se non si è abituati a sentirsi e vivere di continuo con le proprie emozioni. Le persone che sono sempre prese dalla quotidianità potrebbero trovarsi a disaggio nel silenzio delle proprie emozioni. Molto utile anche questo passaggio, che il digiuno porta in superficie, per chi ha voglia di crescere spiritualmente. La purificazione del corpo apre la mente ed i sensi.

Consultandomi con un medico, dopo questa esperienza, mi ha consigliata di ripetere due volte all'anno soltanto tre giorni di digiuno alla volta e, fare un giorno di digiuno tutte le settimane. Raccomandazione che dava anche Dott. Veronesi. Riconosco il potere rigenerante di questa pratica s'è fatto evitando il rischio della propria salute fisica e mentale.




mercoledì 15 marzo 2017

Il digiuno

" Il digiuno è un altro fattore di grande importanza nella medicina ayurvedica è naturale, ma deve essere eseguito con cognizione di causa. In particolare, la ripresa dell'alimentazione deve essere curata attentamente, non è consigliabile interrompere il digiuno con alimenti pesanti, fritti, o ricchi di zucchero; molto meglio assumere frutta o succo di frutta ( magari con l'aggiunta di un cucchiaino di succo di zenzero fresco), e in seguito del cibo leggero.
Inoltre, durante un digiuno terapeutico è consigliabile restare a riposo, eseguire dell'attività fisica molto moderata, non prendere freddo, evitare gli sbalzi di umore e i pensieri negativi, e sopratutto l'assunzione di sostanze tossiche (farmaci, sostanze nervine, etc). Sono invece molto benefici l'aria pulita, il riposo e le passeggiate all'aria aperta, l'acqua, i massaggi, il sonno a qualsiasi ora, gli abiti di fibre naturali e comodi, l'aromaterapia, la cromo terapia, le buone cose e così via. Anche la meditazione, la preghiera, il canto, l'ascolto della musica adatta, il disegno o la pittura con pennarelli e acquarelli, il giardinaggio e altri hobby che non comportino contatto con sostanze chimiche aggressive o tossiche sono molto consigliabili. Il digiuno è controindicato nel caso di problemi psichici, in stati di estremo dimagrimento, negli ultimi stadi del cancro e della tubercolosi, nei casi di blocco renale accompagnato da obesità, nelle malattie cardiache e durante l'allattamento. In questi casi è indicata piuttosto una dieta leggera ricca di frutta e verdura fresca.
L'Ayurveda insegna: " Il fuoco gastrico (pacakagni) digerisce innanzitutto il cibo. Se non si assume cibo, questo fuoco digerisce i dosha, quando i dosha sono esauriti digerisce i tessuti. Quando i tessuti sono consumati, allora digerisce la vita".
L'effetto terapeutico del digiuno si fa sentire immediatamente in caso di indigestione, diarrea, disturbi gastrici, influenza, febbre e raffreddore. Dopo aver ripulito l'organismo dai residui di cibo e dal muco, il digiuno procede riducendo l'eccesso di aria, fuoco o flemma (Vata, Pitta e sopratutto Kapha) nell'organismo e riportando i dosha al loro giusto equilibrio. In seguito il digiuno attacca i tessuti, cominciando da quelli "in eccesso" o malati, come il grasso, le cellule cancerose, le infezioni, ma dopo questo grandioso lavoro di pulizie, il digiuno annuncia di aver terminato, e ricompare il normale e sano stimolo della fame. A questo punto è necessario interrompere il digiuno con molta gradualità, calcolando un numero di giorni di dieta strettamente controllata pari al numero di giorni in cui si è digiunato. In questo modo è possibile eseguire un digiuno terapeutico per periodi da 4 a 40 giorni ottenendo dei notevoli benefici per la salute.
L'Ayurveda spiega che il digiuno porta seguenti benefici: pulizia degli organi sensori e motori, corretta eliminazione delle tossine, leggerezza del corpo, sano appetito, puntualità e regolarità della fame e della sete, purificazione della regione del cuore, limpidezza della voce, rilassamento del corpo, allegria e dinamicità. I Dosha vengono riportati all'equilibrio, il fuoco gastrico si rinvigorisce, il corpo e la mente se normalizzano, le rughe si distendono, i lineamenti si rassodano, la pelle si purifica, l'apparato riproduttore si rafforza, persino i capelli grigi riprendono il colore naturale. Il digiuno permette di liberarsi più facilmente dalle tossicodipendenze e dalle loro conseguenze.
Il digiuno è considerato anche una importante pratica spirituale e viene osservato in occasione delle principali ricorrenze. I devoti indù si astengono dal cibo sopratutto nel giorno di Janmastami ( che celebra l'apparizione di Krishna), di Shiva Ratri ( la festa di Shiva), nei giorni lunari di Purnima (la luna piena), Ekadasi ( l'undicesima giorno della luna crescente o calante) e in altre varie occasioni, come la ricorrenza della morte dei propri genitori, il giorno del l'apparizione o della scomparsa del maestro spirituale o di grandi maestri del passato e così via. Ghiande diceva spesso: " Io digiuno per controllare corpo e la mente. Il digiuno mi da forza e determinazione per raggiungere i miei scopi.""

Testo sopra di Paola Mosconi

Ho copiato il testo, trovato leggendo un libro di cucina indiana, perché  l'importanza del riposo alimentare, che il nostro corpo necessità, la sperimento molto frequentemente. Personalmente digiuno quando ho disturbi digestivi, febbre o raffreddore e devo dire che si guarisce in fretta. Non ho mai fatto digiuno più di tre giorni consecutivi perché non è facile digiunare e lavorare, anzi praticamente impossibile. Salto spesso uno o due pasti al giorno, anche se devo lavorare, e subito  sento i benefici.
Sto veramente pensando di fare un digiuno serio di almeno 7 giorni in primavera e se qualcuno potrebbe essere interessato ad ottenere più informazione conosco una persona esperta in digiuni lunghi o lunghissimi...

mercoledì 22 febbraio 2017

seminario: il camino verso il silenzio interiore

Ciao a tutti, dopo la mia esperienza in India tra le tribù nere del Kerala, dove ho vissuto e praticato semplici tecniche di respirazione ed esercizi yoga, ho capito quanto sia alla portata di tutti quanti gestire la mente a traverso queste millenarie pratiche. 
Vorrei condividere queste tecniche perché ritengo che siano semplici e poco impegnative, basta soltanto apprenderle correttamente e praticare una volta acquisite.  A questo proposito propongo una serie di due seminari per un primo livello, si può partecipare a uno o a tutti due,  nel primo si spiega e si pratica, nel secondo si riprende la pratica per verificare se il metodo è stato assimilato e per chiarire dubbi o difficoltà riscontrate  durante il periodo passato tra un seminario e l'altro.  Non offro la bacchetta magica, ma vi assicuro che sono potenti se prese in modo costante e disciplinato. Spero di poter portarvi un po’ del mondo magico che ho vissuto tra queste magnifiche tribù.


Testo di Rodolphe Balz




"La maggior parte delle malattie sono causate da una mancanza di rispetto delle leggi biologiche e dell’ordine naturale e cosmico, del quale siamo parte integrante. Ciò significa che qualsiasi terapia, incluso il trattamento con terapie naturali, deve essere supportato e sostenuto da un salutare sistema di vita, cibi leggeri, sani, esercizi di respirazione su base regolare; allenamento fisico e mentale.

(rilassamento, pensiero positivo ed energizzante, vita all’aria aperta).
Il pensiero è una forma di energia, che può essere positiva o negativa secondo il contenuto dato ai nostri pensieri. Sia la tradizione sia la moderna ricerca concordano che la maggior parte delle disfunzioni e delle malattie hanno origine nella psiche. Ciò ha un effetto specialmente sul sistema immunitario.  Fondamentale requisito per ristabilire la salute è dunque uno stato positivo di corpo mente e anima.
In molti modi creiamo le nostre stesse malattie attraverso le cattive abitudini e le condizioni di vita. Al contrario, abbiamo la capacità di creare buone abitudini e attivare i poteri curativi (che sono dentro di noi  e non all’esterno). Ricordate che la guarigione viene dalla natura stessa- qualsiasi tipo di terapia e di medicina ha l’unico scopo di assisterci in questo processo."

Mi piacerebbe che le parole sopra abbiano riscontro nelle vostre riflessioni sulla vita e la salute. Non possiamo andare avanti a pensare che "succede solo agli altri", siamo tutti connessi e più lottiamo per essere migliori e felici più aiutiamo il prossimo e questa terra meravigliosa che ci ospita. Tutto è connesso e tutto è UNO!


lunedì 6 febbraio 2017

ultimo giorno

Laboratorio Ayurveda
Sono rimasta sola nella Guest House sul lungo mare Keralayano.
Mi ero messa in mente di passare la mattinata sulla spiaggia che vedo davanti alla mia stanza, ma al risveglio mi aspetta una sorpresa: centinaia di uomini proprio davanti sulla spiaggia.
Mi chiedo, ma se ieri che era di domenica non c'era nessuno, come mai oggi sono tutti qua?
Mi avvicino mentre il pulmino col gruppo arrivato ieri lascia la struttura.
Mi dicono ch'è  una questione tra locali, siccome è zona di pescatori immagino sia una zuffa per questo tema.
È arrivata anche la polizia, nulla di grave perché si parla un po' a voce alta ma non succede null'altro.
Laboratorio Ayurveda
Dopo circa due ore sento applausi dalla folla spettatrice sui muretti e vedo la folla che occupava la spiaggia dividersi e allontanarsi, ognuno verso la propria casa. Segno che dopo due ore di discussione hanno risolto, o solo posticipato, il diverbio.
E io prego a Dio che se ne vadano tutti perché tra umidità, sole e sudore che porta fuori un mese di alimentazione ricca in spezie, sento forte la voglia di tuffarmi in mare. Oggi vestita perché meglio non osare troppo quando non si è in compagnia.
Un aquila si posa vicino e scatto due foto mentre ancora gli uomini sul muretto davanti stanno lì seduti. Andranno via?
Hmmmm ...se oso fare il bagno davanti loro sicuramente non abbandonano la postazione.
Questa mattina ero l'unica donna sugli scogli e anche se sono gentili non ero del tutto sicura che la mia presenza fosse del tutto gradita.
Adesso dall'amaca nel giardino li guardo e prego che mi sia data la possibilità di questo bagno ristoratore prima dell'arrivo del taxi  per portarmi all'aeroporto.

domenica 29 gennaio 2017

A presto Kerala

Laboratorio Ayurveda
Ultimo giorno, tra i pescatori! Mi mancherà molto Kerala. Di tutte le zone visitate fino adesso Kerala è stata una scoperta che mi ha riempito l'anima, sento di tornare ricca di energia e vitalità. Almeno una volta nella vita vale la pena vederla. Personalmente spero di tornare presto accompagnando a chi desidera scoprirla. Al rientro pubblicherò date ed itinerari per possibili viaggi. Namasté

martedì 24 gennaio 2017

Bhagavathi

Laboratorio Ayurveda
L'avventura continua, questa volta siamo in pieno giorno e dalle foto si può capire l'intensità del momento.
Siamo arrivati al limite della giungla in mezzo alle risaie fuori da Bathery per assistere a un rituale volto ad invocare una divinità femminile molto potente. Arriviamo e subito sono presa da un signore che mi accompagna facendomi passare in rassegna i posti salienti: la zona del tempio dove vedo la figura della Dea da invocare, la zona dove si dà il Prasad (l'offerta di cibo) ai partecipanti, e la grande piazza centrale dove si terranno i festeggiamenti.
Appena riesco ritorno al mio gruppo in mezzo a sguardi di centinaia di persone, non è così comune per loro vedere occidentali da queste parti. Se non arrivi come ospite di una nativo è difficile accedere a questi rituali e festeggiamenti.
Non passano neanche cinque minuti che vengo presa da un Swami molto chiacchierone ed interessato a spiegarmi come si svolge la festa, con poche parole in un inglese solo abbozzato e con tanti gesti...
Mi porta a pregare intorno al piccolo tempio in alto sulla collina, poi mi spinge in avanti per ricevere il riso che si offre ai partecipanti, riso che ha significato di passaggio di energia dalla divinità invocata, attraverso la figura in trance, verso tutti i presenti. 
Laboratorio Ayurveda
Vivo momenti ed emozioni forti, e sento del rispetto (e forse anche un po' di paura) verso queste figure così potenti, sarà per i costumi che indossano per l'occasione, per il fatto che si muovono seguendo ritmi pazzeschi, tanto da dover essere tenuti da due uomini quando il flusso di energia che ricevono diventa troppo forte.
Il procedimento è sempre quello spiegato nel post precedente, 41 giorni di preparazione, per arrivare a uno stato dove la tua mente viene sostituita dall'energia della divinità invocata.
Tra la folla incappo proprio nella moglie di uno degli uomini "in trance" e mi pare molto tranquilla e rilassata, mentre io mi rendo conto che comincio ad essere un po' preoccupata per l'uomo che da ore balla e grida con gli occhi sempre fissi e lo sguardo che sembra passarti da parte a parte.
Mi spiegano che loro dopo la funzione non ricordano nulla e che riprendono la loro vita come se niente fosse.
Guardo attentamente i costumi e la maschera facciale che il viso acquista con il trucco ed i supporti che sostengono le guance. Hanno qualcosa di selvatico che solo le tribù hanno saputo proteggere e tramandare per miglia di anni. E mi viene la domanda; "se qua arriva in qualche modo la globalizzazione che ha trasformato l'Occidente come si manterrà tutto questo?"
Per il bene di tutti noi (e anche loro) mi auguro che questo non succeda mai.

Vedendo loro capisco che più ci si allontana dalla nostra vera natura travolti da impegni e lavoro, informazioni e stimoli inutili, necessità molte volte neanche vere, più saremo disconnessi e infelici pur avendo tutto il comfort del mondo.
Osservo molto come si relazionano tra loro, sereni, tranquilli con il massimo rispetto l'uno per l'altro e ho quasi paura a tornare al nostro traffico e prendermi o dire delle parolacce perché non sempre le cose vanno come pretendiamo.
Il nervosismo e la fretta che respiro e vivo a casa mi spaventa, so dall'esperienza che per un po' di tempo riuscirò a mantenere la serenità che l'India mi dà; dopodiché o ripartirò di nuovo o praticherò le discipline che ho imparato qua giorno per giorno per mantenere quello che ho raggiunto tornando indietro nel tempo in questo viaggio: il contatto con me stessa.

lunedì 23 gennaio 2017

Kattunayakar- I Re della giungla



Laboratorio Ayurveda
Il viaggio continua.
Mi trovo seduta sul sellino posteriore di un motorino, senza casco, perché mi dicono che in India l'uso del casco è obbligatorio per chi guida soltanto ...insolita legge ma prendiamola per quello che offre, la velocità massima raggiungibile in moto è di circa 25 km/h e le distanze sono sempre piuttosto approssimative perché queste strade non hanno nessuna segnalazione, luci o qualche altra indicazione: si viaggia portati da conoscenza ed esperienza.
L'obbiettivo della mia escursione è la tribù dei Kattunayakan dove potrò assistere (e partecipare) alla loro festa nel pieno della notte, nella giungla del Kerala.
Mi spiegano che secondo il loro calendario questo rito viene eseguito per chiedere a Madre Natura, con la quale vivono in stretta connessione, come devono comportarsi per avere tutto il necessario per lo svolgimento della loro vita: date di semina, raccolti, consigli e conoscenza su come poter sfruttare i doni della natura, mantenendo nei suoi confronti il più totale rispetto e la consapevolezza di esserne figli ed ospiti.
I Kattunayakan sono una delle tribù più antiche dell'India. Sono cacciatori e raccoglitori, e vivono raccogliendo i frutti e il miele nella giungla.
I lori riti hanno origini antiche di migliaia di anni, e con l'avanzare del tempo e della civiltà moderna i loro territori si sono ridotti, anche se il governo si sforza di proteggerli.
Spesso si sono visti costretti a cercare lavoro fuori e non godono di molta ricchezza.
Sono molto conosciuti per la loro conoscenza della medicina naturale, e per i riti che accompagnano con tamburi e balli.
Arriviamo congelati, fa freddo in queste notti di gennaio, ma l'atmosfera a ritmo di tamburo e fuochi accesi dappertutto ci scalda corpo e anima.
Intorno ad un albero secolare c'è molta attività, un altare pieno di luci, uomini a dorso nudo che battono sui tamburi, sacerdoti che conducono la funzione e molta gente della tribù stessa a partecipare. 
Laboratorio Ayurveda
Non capisco molto quello che sta succedendo, una strana figura vestita di rosso e col viso dipinto di terra balla stranamente. La gente lo segue, i tamburi vanno secondo la forza del suo ballo e io non capisco come può andare avanti in questa danza estenuante per ore. Si sposta e tutti lo seguono; ovunque vada il fuoco viene acceso da ragazzi che maneggiano pezzi di alberi e foglie con molta abilità. Le fiamme sono altissime e capisco che mi devo guardare in giro per proteggermi perché lo scenario prende zone diverse senza una apparente organizzazione, o per lo meno a me così pare.
Gente che si occupa di far scoppiare i botti, mi spostano fisicamente e mi intontiscono, tamburi che fanno tremare la giungla e la figura rossa che comincia gridare e parlare. Mi traducono che rimprovera chi ha tagliato alberi senza seminarne altri al loro posto, ma ovviamente non capisco molto...
L'onda di persone si sposta avanti e indietro, e noi camminiamo tra le braci disseminate sul terreno.
Dopo quasi due ore di balli e grida arrivo a capire un po' lo scenario.
La figura vestita di rosso rappresenta Madre Natura, l'uomo che la interpreta ha affrontato una preparazione di 41 giorni di esercizi di respirazione tramandati da miglia di anni, massaggi, controllo dell'alimentazione e meditazione; il tutto per essere preparato ad entrare in trance, in un'estasi medianica.
Una volta dentro il rito, nel suo pieno svolgimento, la sua mente smette di essere presente e si collega con livelli di Coscienza superiori connessi all'intelligenza universale e fa da medium, lui è il tramite che permette alla tribù di ottenere le risposte che tutti loro aspettano da Madre Natura.
E' sbalorditivo  assistere a questa danza antica di chissà quanti anni, in un mondo non molto distante fisicamente della tecnologia che ha sostituito  le nostre tradizioni ed istinti.
Quello che intendo dire è che gli uomini di questa tribù invece di procurarsi un cellulare (che peraltro hanno molto spesso nelle loro abitazioni) e chiedere a Google il tempo della semina, usano la tradizione e la forza della natura per capire come vivere al meglio per se e per i loro figli, rimanendo connessi completamente con se stessi, con le tradizioni tramandate dagli antenati e con la Natura che li circonda. 
Laboratorio Ayurveda


Sicuramente avrò modo di assistere ad altri riti di tribù diverse, di capire quanto siano radicati questi riti, quanto siano profonde le tradizioni millenarie che guidano le vite di questa gente, e quanto sia profonda la loro conoscenza delle leggi della natura.

sabato 14 gennaio 2017

Tribù e costumi

Wayanad, terra di nere tribù antiche che vivono immerse nella giungla tropicale, è una delle zone più belle dell'India. La giungla fa parte della vita, le tribù antiche e quelle più moderne vivono tutte sommerse nel mare verde di alberi da cocco, caffè, banane, papaya, jack fruit, alberi ti tek, mogano e tante varietà di piante e fiori tropicali ma sopratutto tutti tipi di spezie. 
Laboratorio Ayurveda
È una terra ricca dove tutti hanno una casa, lavoro e istruzione. Anche nelle zone rurali si respira benessere e ricchezza. Spuntano case e ville dai tutti gli angoli della giungla, in una perfetta armonia di colori e suoni. I rumori della giungla si mescolano con quelli delle tribù, tamburi, canti e rumori specifici della vita stessa. In India l'intimità è cosa rara, la vita si svolge lungo le strade, nei cortili delle case, al fiume o al lago  dove si lavano i vestiti, nei templi sparsi ovunque. Le case (quasi tutte) hanno le porte aperte, il clima lo permette, e passando puoi guardare dentro e capire come ci vivono. La gente in questa zona è scura, alcuni hanno tratti somatici così antichi che ti chiedi cosa ci fanno in giro, perché ti danno la sensazione che dovrebbero stare sul muro di qualche museo. 
Laboratorio Ayurveda
La maggior parte sorridono e salutano, ti fanno sentire tranquilla e comoda perché in questa zona, Vazhavatta, di turisti occidentali ne ho visti  ben pochi, anzi solo noi quelli della casa al lago. 
Alcuni, i più anziani, non fanno alcun cenno e ho la sensazione che non riescano ancora a capire se gli diamo o no fastidio col nostro curiosare nella loro vita. Qua non sento parlare delle caste, solo di tribù! Sono comunità  antiche e fanno fatica a mescolarsi tra di loro, i matrimoni di solito avvengono tra i membri della stessa tribù. Non sono matrimoni combinati, i ragazzi più tradizionali si trovano ai festeggiamenti nei templi, quelli più moderni hanno accesso alla rete e si trovano attraverso pagine apposta per gli incontri a scopo matrimoniale. Si piacciono, si scrivono, si trovano e decidono se e quando sposarsi. Sono pazienti e aspettano il primo bacio nel giorno del matrimonio. Lo fanno per cultura e tradizione e non pare sia un peso per loro. Per noi pare impossibile visto che anche la maggior parte di loro hanno accesso alla televisione ed internet. La differenza sta che i nostri ragazzi hanno centinaia di contatti, mentre loro appena arrivano a qualche decina e non sono così veloci ad accettare amicizie fuori dalla loro comunità.
 
Poi ci sono le tribù che vivono ancora nella giungla profonda, senza accesso alla civiltà moderna, senza cellulare e comodità. Vivono ancora seguendo le regole che la stessa giungla impone, lontani dai villaggi moderni. Si alimentano di frutta e miele e sono totalmente 
indipendenti. Conoscono la medicina antica delle erbe, tramandano riti e spiritualità che pensavo di poter trovare solo nei libri. Mi dicono che sono pochi ma ci sono e hanno maestri spirituali che sono collegati con livelli di saggezza e consapevolezza che noi comuni mortali non immaginiamo neanche. Ogni tanto scelgono una persona, di solito maschio, in tenera età dai villaggi per essere istruiti e poter portare avanti la loro immensa conoscenza. Questo mondo, che sembra stare a metà tra irreale è reale, del quale ho letto qualche libro,  rappresenta un forte stimolo per la mia naturale curiosità e nello stesso tempo mi impone grande rispetto. Mi parlano di un maestro che vive in una grotta a tre ore a piedi da dove mi trovo, che neanche chi lo ha visto sa s'é umano o solo spirito. Solo pochi hanno avuto l'opportunità di incontrarlo e Shajeer la nostra guida è uno di loro. Si può pensare che siano storie per attirare ed ammaliare i turisti, vi assicuro che non è così. Ma di questo vi racconterò in un altro post.

domenica 8 gennaio 2017

Ayyappa

Laboratorio Ayurveda
Sveglia alle 3.00 del mattino per andare ad assistere al rituale "camminata sulle brace".
Dalla stanza, che da verso la giungla, sento tamburi e canti in lontananza. Una sensazione di selvaggio mi inonda il corpo, è difficile da spiegare. Tra i suoni della giungla e i rumori dei riti, che da quando sono arrivata continuo sentire, mi pare di vivere sommersa in un passato non del tutto sconosciuto.
Ci mettiamo in macchina alle 4 del mattino, io e i miei compagni di esperienza che ho appena conosciuto. Siamo 4 con Shajeer il nostro ospite e guida della giungla. Shajeer è nativo da questa giungla, parla abbastanza bene l'Italiano ed è un anima allegra ed aperta che unisce alla perfezione la cultura indiana a quella occidentale. Istruito da maestri della giungla porta avanti la filosofia tribale che noi conosciamo sotto i Principi Ayurvedici.
Dopo circa 20 minuti arriviamo al tempio dove il rituale è in pieno suo svolgimento. Il suono di tamburi e canti mi conferma che era quello che sentivo dalla mia finestra. Vediamo gente che non partecipa ai riti ma è presente, anche se magari dormiente. Come accade in questi casi vengono famiglie intere a volte da lontano per assistere a questi riti, una sorta di purificazione spirituale attraverso un lungo viaggio e la successiva presenza
Laboratorio Ayurveda 
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In mezzo ci sono uomini che suonano i tamburi e altri che ballano in una sorta di trance preparatoria per la svolta finale, la camminata sulle braci ardenti.
I ritmi forti e selvaggi fanno vibrare tutto il nostro corpo. Siamo gli unici stranieri ad assistere e avanziamo con rispetto, senza accendere le nostre macchine fotografiche, per capire se e quanto la nostra presenza sia realmente benaccetta tra i partecipanti e spettatori. Ci guardano ci sorridono e pare che anche i nostri cellulari non diano fastidio. Siamo lontani dai giri turistici nella giungla Keralayana è noto che tutti, o quasi tutti, i giovani hanno il cellulare ...e questo mi conferma che la creatività umana non può essere fermata o negata. 
Dopo un tempo sorridono, ci offrono una sedia e cominciamo a chiacchierare a suon di tamburo. Sono allegri, curiosi e gentili. Ci fanno vedere foto della loro famiglia e noi scambiamo. Anche qua si meravigliano che non ho figli, come se per loro vivere senza figli non potrebbe essere fattibile. Mi passa un attimo di nostalgia nel cuore ma poi sento solo gratitudine a quello che la vita mi offre, la libertà di scoprire una piccola parte del nostro mondo.

Dopo varie preparazioni di chi sarà coinvolto nella danza tribale, oleazioni, massaggi e cure che vengono date dai maestri, ci spostiamo tutti per assistere alla vera parte forte della notte, ho capito che questo rituale è durato tutta la notte come conclusione di 41 giorni di riti di purificazione di coloro che vi partecipano in modo attivo. Se camminando sulle braci non si bruceranno i piedi vorrà dire che corpo, anima e spirito sono stati purificati totalmente. 
I primi a passare e saltare sul fuoco ancora rovente sono i tre partecipanti alle danze fino all'estasi. Poi partono a spartire brace e cenere diminuendone l'intensità del fuoco uomini vestiti tutti di nero che anche loro, ho capito ulteriormente, sono stati sottoposti alla purificazione. Poi passano tutti quelli che se la sentono, ormai le braci sono quasi spartite e molto fumanti, e pare che nessuno soffra o ne sia uscito ferito.
Ce ne andiamo in silenzio sbalorditi ma contenti di essere stati partecipi e ben accetti

martedì 3 gennaio 2017

Kerala

Laboratorio Ayurveda
Eccomi di nuovo in giro per la mia amata India. Dopo un viaggio di 24 ore che invece di stancarmi mi hanno reso carica e serena, sono arrivata in Kerala e voglio rendervi partecipi dell'emozione che infonde.
 Appena uscita dall'aeroporto ho respirato la vita di qua: gente ovunque, macchine, profumi, colori e una volta in più ho avuto conferma di quanto sia unica ed irripetibile quella sensazione di energia che solo l'India può trasmetterti. Un mondo vivo e pieno dì sorrisi che mi è mancato troppo. Nelle circa quattro ore di strada, dall'aeroporto di Calicut alla destinazione finale, le strade colme di gente, i negozi luccicanti aperti, anche se l'ora era inoltrata nella notte, uno tsunami di  traffico regolato dai cittadini, (mi spiegano che questo è abbastanza normale quando i poliziotti mancano) mi hanno fatto vibrare l'anima e il cuore. Difficile spiegare cosa si sente arrivando in India.
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La casa dove sono ospitata è in mezzo al verde, (non amo le grandi città per i soggiorni lunghi),  situata fuori dalla città di Kalpetta nella regione di  Wayanad nel Kerala, immersa nella vegetazione tropicale a 1200 mt sopra il livello del mare con aria pulita e fresca rende questo posto un paradiso.
È una grande casa, spazi aperti, semplice, signorile, con tutte le comodità che servono senza andare nel superfluo.
La pulizia è al massimo delle aspettative, questa volta nulla candeggina e lavori all'olio di gomito come successo in passato. Mentre scrivo arrivano i profumi della cucina e la mente mi  porta di nuovo a casa dei miei nonni durante le vacanze estive della mia infanzia. Non riesco contenere il magone dell'emozione passata e presente. A questa emozione si aggiunge il suono della foresta tropicale che mi rasserena più di tutte le pratiche che faccio a casa per raggiungere lo stato di calma assoluta.
Laboratorio Ayurveda
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E di nuovo sento gratitudine alla vita, (....e al mio santo marito), per avermi dato di nuovo la possibilità di vivere l'esperienza... e  questa volta per un mese intero!